Le multe arriveranno via email
Potrà riceverle chi ha un indirizzo di posta elettronica certificata
(Pec), tutti gli altri continueranno a riceverle per posta ordinaria.
MULTE “LEGGERE” - L’importo delle multe
“lievita” spesso per effetto dei costi di notifica, ovvero le spese
sostenute dalle forze di polizia per inviarle nei casi in cui
l’infrazione non venga notificata sul posto. In questi casi infatti la multa è
spedita sotto forma di raccomandata e sono i multati a dover sostenere
gli oneri della spedizione. La procedura cambierà in seguito al decreto
pubblicato negli scorsi giorni sulla Gazzetta Ufficiale, il documento in
cui vengono emessi i nuovi testi legislativi e atti pubblici, che rende
operativa una legge approvata ben cinque anni fa: gli automobilisti
potranno ricevere la multa nella propria casella di posta elettronica certificata (Pec) senza le spese di notifica, visto che la multa arriva in forma digitale e non nella buca delle lettere.
BASTA UN CONTROLLO - Nel decreto è presente
l’esempio di un caso specifico, in cui la Polizia ferma un automobilista
che ha violato il Codice della Strada. Gli agenti chiedono alla persona
se possiede un indirizzo Pec, l’indirizzo di posta
elettronica tramite il quale è possibile inviare e ricevere
comunicazioni o documenti con un elevato livello di sicurezza, che in
Italia ha lo stesso valore legale della raccomandata con ricevuta di
ritorno. In caso di risposta positiva la multa verrà spedita a questo
indirizzo; in caso opposto, gli agenti sono tenuti a controllare nei
“pubblici elenchi cui abbiano accesso” per scoprire se l’automobilista
abbia o meno la Pec. Se la persona non ha per davvero un indirizzo di
posta elettronica certificata allora la multa verrà spedita tramite
raccomandata, portando con sé le spese di notifica.
NON SI PUÒ FARLA FRANCA - L’email con allegata la multa dovrà
avere come oggetto la frase “Atto amministrativo relativo ad una
sanzione amministrativa prevista dal Codice della Strada” e includere
una serie di informazioni, a partire dal nome e dall’indirizzo
dell’ufficio che scrive fino all’elenco pubblico da cui viene estratto
l’indirizzo di Pec. Gli automobilisti non dovranno pensare di farla
franca semplicemente per non aver letto l’email, perché questa si
intende consegnata anche se non abbiamo letto il testo. [Vai all'articolo su alVolante.it]
Commenti
Posta un commento